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GIORNATE DI ASSISI, PER LEGGERE IL MONDO CON GLI OCCHI DEI MISSIONARI

GIORNATE DI ASSISI,

PER LEGGERE IL MONDO CON GLI OCCHI DEI MISSIONARI 

Il 27 agosto sono iniziate le Giornate di formazione e spiritualità missionaria ad Assisi, promosse dall’Ufficio per la cooperazione Missionaria tra la Chiese e la Fondazione Missio-Cei

“Siamo tutti sulla stessa barca” è il titolo della 23esima edizione dell’evento, con un programma fitto di relazioni e momenti di preghiera con la presenza di circa 140 partecipanti provenienti da 50 diocesi italiane, mentre sono 70 i collegamenti on line. Tutti per prepararsi a vivere pienamente l’Ottobre Missionario, approfondendo i contenuti pastorali della Giornata Missionaria Mondiale che in quest’anno giubilare ha come slogan “Missionari di speranza tra le genti”.

Dopo la lectio del biblista Angelo FracchiaMassimo Pallottino, coordinatore dell’Unità studi e advocacy di Caritas Italiana, ha parlato di “Cambiamo la rotta”, titolo della campagna Caritas e altri enti tra cui la Fondazione Missio sul debito e sulla finanza, a partire dai cambiamenti degli scenari globali. "Il mondo sta cambiando ce l’ha detto anche papa Francesco – ha spiegato Pallottino -. Facciamo fatica a capire verso dove stimo andando, rimaniamo sempre ancorati a letture del passato, ma oggi dobbiamo fare i conti con tre elementi fondamentali. Il primo è quello del cambiamento climatico, di cui ci siamo accorti in ritardo ma che sta cambiando le vite di tutti. Poi c’è il tema delle disuguaglianze, ovvero la forbice tra i più ricchi e i più poveri che negli ultimi tempi è sempre più aperta. Il terzo elemento che dobbiamo tenere presente è quello del conflitto, della guerra, delle contrapposizioni tra popoli e all’interno degli Stati".

Purtroppo sembriamo assuefatti alla conflittualità, alla paura, prima col terrorismo, poi con la pandemia, quasi sopraffatti dalla violenza diffusa a livello globale.  Ma come gestiamo tutte queste cose? "Molte indicazioni ci vengono dalla Pacem in Terris, l’enciclica che già nel 1963, sottolineava che bisogna osservare il cambiamento con le lenti della complessità, con strumenti specifici – ha spiegato Pallottino -. Un aiuto ci viene dal magistero di papa Francesco e ora di papa Leone che parla sempre della pace unita alla giustizia, della pace disarmata e disarmante, come cita nel tema della Giornata mondiale della pace 2026. Questo non vuol dire solo abbassare le armi ma cambiare in fretta le istituzioni civili, internazionali e anche le realtà ecclesiali. C’è una domanda di senso e di significato molto grande. In questo credo che la Chiesa possa fare e dare molto".

Fondamentale è il ruolo dei missionari che rappresentano ponti tra società e culture. "L’umanità è molteplice, complessa, eterogenea, soltanto vivendo realtà diverse come fanno i missionari si impara questa diversità. Questa esperienza di vita e di Vangelo, cambia completamente molte letture della realtà – ha concluso Pallottino -. I missionari ci insegnano che i Paesi poveri, pur mancando spesso anche del necessario, sono società ricche, ricche di relazioni, di cultura, di pensiero, di tradizione. I poveri invece sono soggetti, sono i protagonisti del futuro. I missionari ci segnalo le contraddizioni, il dislivello tra il mondo in cui siamo chiusi e il mondo in senso globale".

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