DA FORLI' AL MADAGASCAR
Il nostro lavoro sia sempre una testimonianza di
fraternità e di povertà, soprattutto con le persone laiche che collaborano con
noi. Attente ai segni dei tempi, siamo pronte a cogliere e a condividere le
esigenze dell’umanità che soffre. Nella scelta delle opere preferiamo le più
umili e, tra i mezzi idonei, quelli più semplici e poveri.
Io sono Suor Razaiarivony Françoise Romaine della Congregazione
delle Suore Francescane dell’Immacolata di Palagano. Vengo dal Madagascar, dalla
provincia di Antananarivo. Sono nata il 31 luglio 1964. Eravamo in dieci
fratelli; due sorelle sono già partite per in cielo, mia madre è morta a 81
anni, mentre mio papà a 102 anni. Erano contadini e nel nostro villaggio tutti sono
parenti, con gli stessi nonni. Ho diversi ricordi indimenticabili, come il
giocare insieme ai miei cugini con i nostri giochi tradizionali nel nostro
grande cortile davanti a casa, la sera, quando tutti erano tornati dai campi. Al
ritorno dalla preghiera in parrocchia si andava tutti insieme a mangiare dai
nonni. Ricordo anche quando andavamo nei campi a
raccogliere i fiori. Tutti noi siamo di religione cristiana cattolica; ad essa
aderirono per primi i miei nonni sia della parte della mamma, che del papà. Così in famiglia ci hanno cresciuti in questa
fede e ci hanno insegnato a viverla con la preghiera insieme in famiglia: la
sera prima di dormire, prima e dopo il pranzo. Poi si frequentava la parrocchia
ogni domenica anche, se a volte, bisognava andare a piedi un po' lontano, dove c’era
il sacerdote a celebrare la Messa. Ho cominciato ad aiutare il catechista nella
nostra parrocchia da quando avevo 16 anni e non ho mai smesso fino ad oggi, perché
sento l’importanza di trasmettere la fede, perché il Regno di Dio arrivi a
tutti. All’inizio della mia vocazione c’è la chiamata
del Signore proprio con questa parola: “Andate in tutto il mondo e
predicate il vangelo ad ogni creatura”. (Mc 16,15). A 20 anni sono
entrata nella Congregazione e ho pronunciato i miei voti nel 1989.
In Madagascar sono diverse le esperienze che ho fatto per
testimoniare la mia vita consacrata e annunciare la Buona Notizia di nostro
Signore Gesù Cristo. Come prima esperienza sono stata per 5 anni, dal 1991 al
1996, ad Alarobia, un distretto nella parte Est della diocesi di Antananarivo,
dove ho fatto la coordinatrice pedagogica per i bambini e i ragazzi che
frequentavano dalla scuola materna fino alla scuola media. Qui arrivano ragazzi
da diverse parti del distretto, dove hanno seguito la scuola materna ed
elementare nelle scuole parrocchiali, per continuare, poi, presso la nostra
scuola a frequentare le medie e il liceo. Dopo questi anni sono stata in
Capitale e ho lavorato presso l’Espoir di Tsiadana, un Centro Sociale, nel
quale il fondatore Monsieur Serge Sachet, ora deceduto, ci chiese di lavorare, collaborando
con lui nel recupero dei ragazzi di strada o figli di famiglie migranti,
provenienti dalle diverse parti dell’isola.
Sono stata poi ad Analavoka, che è un distretto della diocesi
di Ihosy nel Sud del Madagascar. È un paese lontano, dimenticato, dove gli
abitanti allevano i buoi, in cui mancava la scuola, l’ospedale, non ci sono mezzi
per spostarsi e per comunicare. Il parroco, un sacerdote Vincenziano, Padre
Giovanni Razzu, di origine Sarda, primo missionario di quella zona ci chiamò
nel 2003 per aprire la scuola e per collaborare con lui all’evangelizzazione di
questo popolo ancora pagano. L’inizio non fu facile, perché i bimbi ancora
piccoli erano mandati dietro ai buoi, ma pian piano anche lì ci sono stati
molti progressi. Ora frequentano la scuola circa 350 alunni dalla scuola materna
alle medie.
In generale, noi suore, in collaborazione con la gente del luogo
e con l’aiuto dei benefattori cerchiamo di sostenere il cammino delle famiglie con
la promozione umana, con l’insegnamento nelle diverse scuole dove siamo, con l’assicurare
un piatto di riso ogni giorno per gli alunni, con la cura di chi è ammalato nei
dispensari. Quando le situazioni sono gravi portiamo gli ammalati in Capitale,
dove con altri progetti li accogliamo, li portiamo in ospedale, li seguiamo
fino alla guarigione. In Madagascar abbiamo 6 scuole frequentate da circa 4 000
bimbi e ragazzi. In quattro scuole si insegna dalla materna alla media, mentre nelle
altre due c’è anche il liceo a due diversi indirizzi. In quattro centri abbiamo
anche gli ambulatori con un dottore e un’infermiera in ciascun centro per
garantire la cura degli alunni e della gente del luogo. Per i ragazzi che lo
desiderano favoriamo anche l’accesso all’università, cercando dei benefattori
che li aiutino, ed è una cosa molto bella constatare che questi giovani, terminati
gli studi, diventano nostri collaboratori nei diversi ambiti della missione.
Come ha detto Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti al n. 22:
Molte volte si constata che, di fatto, i diritti umani non sono
uguali per tutti. Il rispetto di tali diritti «è condizione preliminare per lo
stesso sviluppo sociale ed economico di un Paese. Quando la dignità dell’uomo
viene rispettata e i suoi diritti vengono riconosciuti e garantiti, fioriscono
anche la creatività e l’intraprendenza e la personalità umana può dispiegare le
sue molteplici iniziative a favore del bene comune».
La Congregazione mi ha chiesto, poi, di far un’esperienza missionaria
in Italia. Dal 2000 al 2003 sono stata nel nostro Centro missionario di Modena per
favorire la relazione tra i nostri benefattori in Italia e la missione in
Madagascar e in Paraguay, per garantire l’animazione missionaria dei vari
gruppi nelle parrocchie, nelle scuole e nelle associazioni e collaborando con
diverse persone. Dal 2003 al 2006 sono stata a Bracigliano, in provincia di Salerno.
Nella parrocchia ci era stata affidata l’animazione dei ragazzi nell’oratorio,
il catechismo, la Caritas, la visita alle famiglie, la comunione agli ammalati
e la cura della Liturgia.
Dopo sei anni sono tornata nel mio paese, ma di nuovo nel 2016 durante il Capitolo Generale sono stata eletta consigliera generale e ho dovuto rimanere in Italia. Oltre questo incarico sono stata di nuovo nel Centro missionario di Modena, collaborando con altre due sorelle dal 2016 al 2022.
Nel 2022 sono stata trasferita a Forlì a servizio delle nostre consorelle nell’infermeria. Oltre questo ho collaborato con il Centro Missionario di Forlì. Abbiamo camminato, cercando di crescere insieme, ascoltando le testimonianze degli amici, che avevano fatto esperienze missionarie in diversi parti del mondo, in modo da poter aprire la mente e il cuore alla realtà dei fratelli e delle sorelle più piccoli e cercando con diverse iniziative di coinvolgere la gente e le parrocchie per sostenere i progetti attivi in varie parti del mondo.
Vi ricordo con affetto e con la preghiera.

