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TEMPO LENTO, TEMPO PER STARE!

TEMPO LENTO, TEMPO PER STARE!

Esperienza di suor Greta in Madagascar

Dopo un mese passato in Madagascar, ci sarebbero tante cose da raccontare e descrivere perché chi legge possa almeno provare a immaginare che posto è questa grande isola accanto all'Africa.

Si potrebbe parlare dei colori che assume la terra, in base ai posti che si attraversano e a dove si ferma lo sguardo.  Terra rossa polverosa, che diventa verdissima quando coltivata a risaie. Terra fertile e feconda, dietro il lavoro assiduo e quotidiano di braccia e schiene curve. Inutile provare a descrivere i sapori: i gusti pieni, ricchi, squisiti di frutta e verdura, i loro profumi intensi e autentici. La dolcezza delle ananas, ad esempio, che al confronto le nostre non sanno di nulla!

Si potrebbe anche scrivere molto della povertà che ha mille volti, che abita strade e case, dalla fitta Capitale ai più tranquilli villaggi del Sud.

Povertà che sta fuori dalla porta di casa a pilare il caffè, o sul ciglio di strade trafficate a vendere banane e noccioline, o negli occhi dei bambini che sgambettano scalzi insieme alle galline.

Di tutto questo vediamo immagini e ascoltiamo notizie quasi ogni giorno.

Nel viaggio di ritorno in Italia, tra uno scalo e l'altro, vi racconto allora di come ho vissuto il mio tempo. Del tempo che è stato per me questo mese malgascio. Perché un mese può volare - e ancor più se in estate! - ma è anche lungo e me ne sono resa conto.

Allora il mio è stato un tempo vissuto più adagio, che mi sono concessa per contemplare, per stare semplicemente.

Sono partita per condividere la gioia e la festa per i voti perpetui, definitivi, di tre sorelle, due delle quali compagne di cammino in Italia per 5 anni: sr Sidonie e sr Adeline.

Nessun impegno istituzionale, nessun incarico specifico - come è stato invece per la consorella Vicaria generale che ha viaggiato con me! - ma solo l'opportunità di essere sorella tra sorelle, di completare questo cammino di formazione e crescita, diventando testimone del loro sì definitivo al Signore.

E allora il tempo, che solitamente nel mondo occidentale si insegue, mentre lui sembra scappare frenetico, è stato in questo mese un tempo per fermarsi e stare, per condividere un quotidiano semplice. Per trascorrere giornate a cucinare e chiacchierare in italiano, malgascio e francese, provando ad imparare le une dalle altre.

Un tempo fatto di tanto viaggiare, che mi ha permesso di conoscere tutte le nostre, mie, fraternità e quasi tutte le sorelle malgasce.

E proprio in questo viaggiare ho riscoperto e apprezzato il valore e la potenza della preghiera. Perché viaggiare in Madagascar chiede speranza, tanta speranza, che tutto vada a buon fine. E allora si sperimenta che l'unica strada è affidarsi, al Signore e alla preghiera delle sorelle che ti aspettano nella prossima casa e di quelle appena salutate.

Preghiera che ha scandito il ritmo delle giornate e che ho potuto gustare con più calma, accompagnata dalle voci delle sorelle capaci di melodie che in Italia fatichiamo a comporre.

La preghiera in malgascio non è semplice e per me nemmeno in francese, ma ciò che è contato è stato sentire che la lode e la gratitudine, seppur con lingue diverse, si innalzavano uniche al Signore.

In questo mese c'è stato poi il tempo per festeggiare, non solo queste tre consorelle, ma anche il centenario della nascita al cielo della nostra fondatrice Madre Maria Luisa Zauli, celebrato in Italia il 6 luglio scorso.

Il tempo poi in Madagascar è scandito dal ciclo del sole. Dalla sveglia del mattino alle 4.45, quando fuori è ancora buio, fino a quando si va a dormire alle 21, quando la notte è calata già da un po'. Soprattutto fuori dalle luci della capitale, si capisce bene il valore del sole, che quando tramonta e lascia spazio ad un buio fitto, fatto solo di stelle, ti avvisa che il lavoro e la giornata sono finiti per forza.

Infine, difficile è stato a volte non sprecare il tempo a giudicare quello che i miei occhi vedevano e quello che il cuore sentiva, a voler capire a tutti i costi una realtà che non è la mia, a dare interpretazioni affrettate! Quando si riesce a fare, ci si rende conto che è tutto tempo guadagnato per contemplare, ringraziare e portare a casa quanto più possibile.

A proposito di tempo: il mio primo e ultimo viaggio in terra malgascia risaliva ad esattamente dieci anni fa. Nel 2014 avevo trascorso 3 settimane in due fraternità non lontane dalla capitale.

Di tempo ne è trascorso, che di cose ne ha cambiate, che ha cambiato per prima me, donandomi di essere sorella di queste sorelle!

Tornare dopo 10 anni e gustare un mese intero è stato il miglior modo per celebrare questo tempo che scorre veloce ma che continua a regalare tanto e che chissà quanto ancora mi offrirà!

Suor Greta Carnevali

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