RICORDO DI SUOR MARIE JEANNE RAIVOARISOAZANAMANANA
HERMANA MARIA JUANAÈ un dolore immenso la morte di sr Marie Jeanne, un dolore che lacera il cuore.
È un dolore che trova
conforto soltanto nella fede in Dio Padre e nella speranza della vita eterna: e
oggi preghiamo perché questa nostra cara sorella entri nella pienezza di vita
dell’eternità.
È un dolore che trova
conforto anche nel ricordo grato del tanto bene ricevuto e donato da questa
nostra cara sorella.
Ho conosciuto sr Marie
Jeanne a Palagano nel 2006: aveva appena celebrato la sua professione perpetua
e arrivava a in Italia per prepararsi a partire per il Paraguay, la nuova
missione che si sarebbe aperta l’anno successivo. Eravamo quasi coetanee, sia
di età che di professione religiosa, e abbiamo vissuto a Palagano un anno di
conoscenza reciproca e di condivisione della vita fraterna di tutti i giorni:
ricordo bene la sua serenità e il suo forte desiderio di essere missionaria.
Ci siamo incontrate di nuovo nel
2014, quando ho visitato per la prima volta, come consigliera generale, il
Paraguay. Lei era responsabile della fraternità di Puerto Pinasco e
coordinatrice pastorale della parrocchia: con grande entusiasmo mi ha fatto
entrare per la prima volta nella realtà del Chaco, attraverso la visita ai
luoghi, l’incontro con la gente, i suoi vivaci racconti. Così è avvenuto anche nelle
mie successive visite in Paraguay, come madre generale. Ho nelle orecchie e nel
cuore la sua voce, scherzosa e sapiente nello stesso tempo, quando rispondeva
alle mie domande e alle mie perplessità con la frase: «El Chaco es Chaco».
Dopo gli anni di juiorato vissuti ad
Amphaimanga, Puerto Pinasco in Paraguay è stata la comunità a cui suor Marie
Jeanne ha donato la primizia della sua vita di suora francescana, fino al
rientro in Madagascar nel 2022. Quindici anni di vita missionaria, vissuti con
gioia e dedizione, con un amore crescente per la realtà paraguagia, che era
diventata la sua casa.
Hermana Maria Juana, come era
chiamata in Paraguay, ha saputo costruire una rete di relazioni autentiche per
il bene della gente che le era affidata, si è spesa con grande generosità per
la comunità di Pinasco, per le famiglie, i giovani, gli anziani. Ha imparato la
lingua castigliana e il guaranì, non ha risparmiato fatiche nei lunghi viaggi
lungo il fiume Paraguay, ha amministrato con cura la Parrocchia: è stata una vera
evangelizzatrice. Era un punto di riferimento per tutti: anche i responsabili
della Chiesa del Paraguay e le autorità del paese riconoscevano in questa suora
francescana malgascia una interlocutrice importante, che cercava il bene della
gente. E le hanno dato fiducia e le hanno sempre espresso grande riconoscenza.
È stata per lunghi anni un punto di
riferimento anche per le sorelle che con lei hanno vissuto la missione in
Paraguay, condividendo l’entusiasmo e la fatica degli inizi, soffrendo con
tutte le altre i problemi, anche gravi, che via via emergevano, mettendo a
disposizione delle nuove suore che negli anni si inserivano la sua esperienza
missionaria. Una suora come le altre con i suoi doni e i suoi limiti, quindi
con periodi sereni e altri più burrascosi, vissuti e riconosciuti sempre con
onestà.
Quando le abbiamo chiesto di
rientrare in Madagascar, non è stato facile per lei, ma gradualmente ha
accettato e assunto questa scelta, in un dialogo sincero e in un confronto sereno.
Alla fine di tutto affermava che era disponibile a fare la volontà di Dio ed
era contenta di rientrare in Madagascar. Ha cercato davvero di comprendere che
ad un certo punto è necessario farsi da parte per permettere a chi viene dopo
di continuare il proprio cammino; che la profonda esperienza missionaria e di
inculturazione che lei aveva vissuto poteva diventare un dono di vangelo anche
per le sue sorelle in Madagascar. Ripeteva che siamo nelle mani di Dio e si è
fidata e affidata. Ricordo con gratitudine i dialoghi nel tempo di attesa del rientro,
allungato dalla pandemia del covid: insieme abbiamo costruito i non facili passi
da percorrere in questa situazione imprevista.
Da quasi due anni era ad
Ambohimandroso, lo scorso anno ha celebrato i 25 anni di vita religiosa: per
lei si stavano profilando nuove scelte per questo nuovo tempo di vita in
Madagascar. La malattia tanto improvvisa e aggressiva e la morte hanno aperto
per lei e per noi un altro tempo e una nuova vita.
Dolore
e speranza, dolore e gratitudine oggi convivono in noi e li consegniamo al
Signore, perché in Lui producano frutti di bene, frutti di vita evangelica e
francescana per noi tutte.
Siamo alla vigilia del
centenario della morte di Madre Maria Luisa Zauli, nostra fondatrice: anche a
lei chiediamo la grazia di essere custodite nel bene di una vita totalmente
affidata a Dio nostro Signore e consegnata per amore alle sorelle e ai fratelli
che ogni giorno incontriamo.
Bologna, 5 luglio 2024
Sr Armanda
Debbi
Madre
generale