Passa ai contenuti principali

LO SPORT ALLEATO PER COSTRUIRE LA PACE

LO SPORT ALLEATO PER COSTRUIRE LA PACE

Alarobia (zona di Ambatomanga) è la prima casa aperta dalle nostre suore quando sono arrivate in Madagascar nel 1969. È presente da anni la scuola dove operano le nostre suore con la collaborazione di insegnanti laici. I ragazzi che oggi frequentano la scuola, dall’infanzia fino al liceo, sono circa 680. Gli alunni possono usufruire della mensa scolastica e hanno a disposizione un discreto cortile con un campo da basket che utilizzano per fare educazione fisica, giocare e per le feste di fine anno scolastico. Negli anni in questo ampio spazio da gioco sono stati fatti vari interventi. All’inizio era solo terreno battuto, poi è stata fatta una gettata di cemento, il quale però, dopo più di 30 anni, ha iniziato a sgretolarsi, con la pioggia 
si formavano buche, che continuavamo a chiudere, ma che inevitabilmente si riaprivano ancora più 
grandi e 
profonde. In queste condizioni stava diventando pericoloso per gli studenti, che durante il tempo della ricreazione vi giocano tutti i giorni. Il basket é lo sport più praticato in Madagascar; viene insegnato nelle scuole in quanto forma alla disciplina delle regole, al rispetto dell’altro, al gioco di squadra. 



Abbiamo pensato ad un progetto per il rifacimento della gettata di cemento e delle righe di gioco. Ottimo il lavoro svolto dalla ditta contattata, diretta da due giovani che abbiamo sostenuto in questi anni nel loro percorso di studi universitari ed ora hanno un proprio impiego.

Grazie al contributo dell'Associazione del Campolavoro di Rimini ci è stato possibile affrontare questa spesa e permettere ai ragazzi di tornare serenamente a giocare.

Oggi abbiamo tanto bisogno di una pedagogia di pace. 
Se il mondo dello sport trasmette unità e coesione 
può diventare un alleato formidabile nel costruire la pace.

Post popolari in questo blog

DA FORLI' AL MADAGASCAR

DA FORLI' AL MADAGASCAR      Vorrei iniziare, presentando la situazione del mio paese: il Madagascar. Come tutti i paesi del Sud del mondo, l’85% del popolo malgascio è povero, nonostante le ricchezze che il Signore ci ha dato nel sottosuolo, come oro, zaffiri, diamanti, terre rare, nel mare con tante qualità di molluschi e pesci e sulla terra dove tra i prodotti più importanti, oltre il riso, che è il nostro primo alimento, produciamo frutti tropicali, vaniglia, caffè e cacao, che sono esportati, ma non certo a vantaggio del popolo. Nel 1960 abbiamo avuto l’indipendenza dalla colonizzazione francese, ma ancora oggi viviamo una grande dipendenza da essa. Nonostante la povertà, il popolo non si arrende e lotta giorno dopo giorno per poter vivere. Lo Stato non riesce a rispondere ai bisogni della gente, per questo sono pochi i ragazzi che possono frequentare la scuola, pochi quelli che possono curarsi in caso di malattia. Infatti mancano le strutture, gli ambulatori e gli ...

NON SIAMO GLI UNICI AL MONDO

  NON SIAMO GLI UNICI AL MONDO Sono passati 10 anni dall’ultima mia visita in Madagascar. Devo ammettere che di cambiamenti ne ho trovati tanti. La nostra missione è fiorita, è cresciuta, si è estesa. Le nostre suore con invidiabile dedizione accolgono e lavorano, pensano ai più poveri, portano avanti le attività di scuola, dispensario, tournee, adozioni e ogni progetto che grazie al contributo di tanti può continuare a realizzarsi. La missione cresce anche perché purtroppo la povertà non diminuisce. Negli ultimi tre anni il Madagascar è passato dall’8° al 5° paese più povero al mondo. Se la capitale accenna tratti di modernizzazione con strutture simili all’occidente, la vita delle persone è rimasta povera, o meglio, è andata via via peggiorando. Una delle differenze più grosse che ho trovato rispetto all’ultima volta che sono stata in terra malgascia, è la situazione della strada. Se 10 anni fa vi era un’unica strada che collegava il nord e il sud del Madagascar, e a mio avvi...

MADAGASCAR, CONTRADDITTORIO MADAGASCAR

MADAGASCAR, CONTRADDITTORIO MADAGASCAR Se si dice Madagascar si pensa subito al mare cristallino, ai baobab e ai lemuri.  Ma il Madagascar è altro, è contraddittorio.  È il caos più totale di Taná e allo stesso tempo il silenzio assordante della periferia.  È i taxi brousse pieni di gente che portano sopra il  tetto i sacchi di patate e di riso.  È la terra rossa di Ampahimanga È sporcizia e poca igiene  È i cappelli di paglia  È la luce che salta e le stelle nel cielo  È una lingua un po’ cantilenata, il Malagasy  È strade sterrate piene di buche che sanno far venire il mal di mare  È sorrisi sdentati e pieni di amore  È i bambini che mendicano ma è anche bambini che cantano felici “Mandihiza rahitsikitsika” È i piedi scalzi, i vestiti bucati e sporchi, i pidocchi  È accoglienza  È avere nella stessa strada stretta bus, auto, persone, moto, bici e carri trainati dai buoi È un “ rahampitso milalao”  detto ai bimbi...