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ELEONORA CI SCRIVE DAL MADAGASCAR


ULTIMA TAPPA: AMBANIDIA

Ambanidia significa ‘passaggio’, e sembra fatto apposta, qui, infatti, le suore passano continuamente. C’è sempre chi va, e c’è sempre chi viene. 
Io sono passata qui tante volte, tra un villaggio e l’altro, poi, abbiamo deciso che io, nel punto di passaggio, invece, mi sarei fermata. 
Dove tutte passano, io mi fermo. 
E scopro che all’ordine del giorno ci sono: amore, cura, e risate con le lacrime. 
Vi dico la verità: Ad Ambanidia avevo paura ad andarci. 
Io insieme a diciotto suore, nella migliore delle ipotesi, nella realtà, aumentano ogni giorno. 
Inaspettatamente, però, ho trovato una grande famiglia. 
Suor Elisabetta, la mia nonna un po’ malgascia e un po’ italiana, che mi ha trattata con un amore e una premura che solo una nonna può donarti. 
Suor Marie Dorothèe, la mia mamma malgascia, che mi ha presa per mano, ridendo insieme a me, e mi ha portata a scoprire una nuova realtà e una nuova Eleonora. 
Suor Honorine e Suor Colette, due zie molto speciali, con cui ho scoperto che ridere e amare sono le medicine più forti al mondo. 
Suor Marie Henriette, Suor Victorine, Suor Marie Lucienne, Suor Violette, Suor Louisette, Suor Georgine, Suor Veronique, Suor Mathilde, Suor Odette, Suor Valery, Suor Germaine, Suor Marie Fulgencine, Suor Olga, Suor Obine, Suor Edwige, le mie sorelle maggiori, che mi hanno accolta come se fossi da sempre stata una di loro. 
Aline, Cristine, Olivia e Colette, le mie cugine malgasce. Grazie per le lezioni di italiano e per aver avvicinato i nostri due mondi tra una risata e un ‘non ho capito niente’. 
Quando hai la fortuna di vivere con altre 24 persone, di condividere momenti, sorrisi e pensieri, capisci che la diversità è un dono da trattare con cura. 
Ad Ambanidia ho potuto vivere un amore grande in gesti piccolissimi e semplicissimi. 
Suor Marie Dorothèe e Suor Elisabetta che stanno vicine vicine in cappellina. 
Io e Suor Colette che dividiamo una colazione italiana, perché pane e marmellata piacciono a tutti. 
Suor Marie Lucienne che mi medica il dito diventato gigante ogni sera. 
Le suore che vanno in ospedale tutta la notte per non lasciare mai da sola nessuna.
Suor Honorine che mi aiuta sempre con le cose che proprio non riesco a fare. 
Le preghiere per chi deve fare qualcosa di importante. 
Il sorriso buono che Suor Victorine e Suor Marie Henriette hanno sempre con loro. 
I racconti che ascoltiamo a pranzo e le risate infinite che accompagnano le nostre cene. 
Il lavoro di squadra mentre laviamo e asciughiamo centinaia di piatti, pentole, pentolini, e vassoi. 
In questa casa l’aria è buona. È un’aria che ti fa venire voglia di svegliarti la mattina, anche se la sveglia suona alle 4:45. Un’aria che ti fa venire voglia di fermarti a chiacchierare e stare con tutti, anche se qui si incontrano 18 suore ogni cinque metri. Un’aria che ti fa venire voglia di mangiare insieme stando seduti a tavola per ore e ore. 
Grazie Ambanidia per aver tirato fuori la mia parte gioiosa e divertente, non sempre riesce a venire fuori così bene. 
Grazie per avermi insegnato che essere buoni, anche con chi non lo è con noi, è sempre una vittoria. 

Mi hanno chiesto, 
due settimane prima del mio ritorno in Italia: 
‘ti sei preparata al rientro?’ 
Io, allora, come oggi, rispondo che non lo so. 
Non so se sono pronta, 
non so come sarà la vita dopo quattro mesi ricchi di tanta vita. 
So però che non voglio lasciare scappare 
neanche un piccolo pezzetto della vita 
e dell’amore che mi hanno insegnato qui. 
Vorrei tornare ed essere l’Eleonora che sono adesso, 
sempre io, ma anche un pochino diversa. 

Grazie per avermi aiutata a preparare il cuore al ritorno in Italia. Un cuore pronto per tanta bontà, bellezza, semplicità e delicatezza. 
Antananarivo è una città grande e caotica, ma con pazienza le stelle e la luna si vedono anche da qui. 
‘MISAOTRA BETSAKA’
Grazie per sempre.
Eleonora

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