Passa ai contenuti principali

Misaotra betsaka!


 


«È infatti una chiamata vigorosa, quella alla libertà. 
Non si esaurisce in un singolo evento, perché matura in un cammino.»

Con queste parole del Papa vi lasciamo alla lettura 
di quanto ci ha inviato suor Sidonie appena rientrata nella sua terra, 
ringraziando della possibilità che ci dà di mettere a confronto 
nella sua esperienza questi due mondi di Italia e Madagascar

Pace e Bene!
Buongiorno a tutti e a tutte!
 
Sono Suor Sidonie, vengo dal Madagascar.
Sto molto bene e sono felice di condividere un po' della mia esperienza con voi riguardo al ritorno nella mia patria, il Madagascar, a dicembre dopo sei anni di vita e di esperienze in Italia. Sento ancora il calore degli auguri e dell'affetto durante il commiato a Villa Verucchio e a Bologna. Sono qui, ma sento che ci sono molte persone alle mie spalle. Non riesco a spiegare bene i miei sentimenti, ma lasciate che ve ne parli.
La prima cosa è stata la gioia di tornare in terra malgascia, come si dice, "la patria è sempre patria"; anche se è stata dura lasciare l'Italia con le belle esperienze che ho vissuto e con tutte le persone che ho conosciuto attraverso le varie attività. Quindi, per me, la felicità di aver fatto il passaggio dall'Italia al Madagascar.
Poi l'arrivo è stato bellissimo, i sorrisi delle suore che ci aspettavano in aeroporto, il clima caldo che ci ha accolto ad Ivato dopo aver viaggiato nel freddo dell'Italia e di Parigi. Ad essere sincera, non ero preparata a un calore del genere. Potete immaginare i maglioni e le giacche che avevo tra le mani. La mia felicità è stata anche nel ri-incontrare tante suore, la bellezza di essere tante e diverse. La gioia di vivere il tempo natalizio con i canti malgasci e i balletti e i vari kilalao ad ogni occasione.
Sono anche felice di aver trascorso il Capodanno con la mia famiglia in campagna, dopo tanti anni da quando sono entrata in convento.
L'altra cosa che ho subito percepito, e che avevo già pensato in Italia, è la differenza nei tempi. Ora posso dire che mi sto abituando a svegliarmi presto perché qui il lavoro si fa bene al mattino piuttosto che al pomeriggio, soprattutto perché siamo ancora nella stagione delle piogge.
Come dicevo, ho trascorso alcuni giorni con i miei genitori in campagna vicino alla capitale. Di solito si svegliano alle quattro del mattino per andare a lavorare, o meglio per arare la terra per la coltivazione. La maggior parte dei lavoratori vive così. Utilizzano meno elettricità e lavorano di più e duramente. Io non riesco ancora a stare tutto il giorno nei campi come fanno loro. Spero di poter ritrovare questo ritmo.
Fino ad ora, non ho ancora raggiunto la mia destinazione finale: Ambalavao Fianarantsoa, nel sud del Madagascar, ma partirò tra pochi giorni e non vedo l'ora! Prima della partenza, ho fatto gli Esercizi Spirituali qui ad Ambanidia (dove si trova la nostra casa nella capitale).
Mi ero abituata a molte cose in Italia, ma ora so di essere in Madagascar, come le condizioni stradali che richiedono tanto tempo per viaggiare e la questione rifiuti, per cui abbiamo bisogno di fare molti progressi in Madagascar.
Qui regna la povertà, quindi quando vedo tanti bambini che non vanno a scuola ma lavorano già, vedo la tristezza per il futuro di questi bambini.
Infine, sono certa che il Signore è sempre con me e ci dona sempre la Sua grazia per tutte le realtà in cui mi trovo e ci troviamo, e so che solo con Lui possiamo essere Suoi collaboratori.
 
Voglio ringraziare ancora tutte le mie carissime sorelle e tutti coloro che hanno fatto un pezzo di strada con me in Italia, tutti i benefattori, cari amici ed amiche. Vi porto ancora nel mio cuore e nelle mie preghiere.
Aspettiamo coloro che desiderano fare qualche esperienza in Madagascar e, nel frattempo, auguro a tutti/e un buon cammino.
 
Misaotra betsaka, veloma mandrapihaona.
 (Grazie mille, ciao arrivederci!)
 
Con affetto
Suor Sidonie

Post popolari in questo blog

DA FORLI' AL MADAGASCAR

DA FORLI' AL MADAGASCAR      Vorrei iniziare, presentando la situazione del mio paese: il Madagascar. Come tutti i paesi del Sud del mondo, l’85% del popolo malgascio è povero, nonostante le ricchezze che il Signore ci ha dato nel sottosuolo, come oro, zaffiri, diamanti, terre rare, nel mare con tante qualità di molluschi e pesci e sulla terra dove tra i prodotti più importanti, oltre il riso, che è il nostro primo alimento, produciamo frutti tropicali, vaniglia, caffè e cacao, che sono esportati, ma non certo a vantaggio del popolo. Nel 1960 abbiamo avuto l’indipendenza dalla colonizzazione francese, ma ancora oggi viviamo una grande dipendenza da essa. Nonostante la povertà, il popolo non si arrende e lotta giorno dopo giorno per poter vivere. Lo Stato non riesce a rispondere ai bisogni della gente, per questo sono pochi i ragazzi che possono frequentare la scuola, pochi quelli che possono curarsi in caso di malattia. Infatti mancano le strutture, gli ambulatori e gli ...

NON SIAMO GLI UNICI AL MONDO

  NON SIAMO GLI UNICI AL MONDO Sono passati 10 anni dall’ultima mia visita in Madagascar. Devo ammettere che di cambiamenti ne ho trovati tanti. La nostra missione è fiorita, è cresciuta, si è estesa. Le nostre suore con invidiabile dedizione accolgono e lavorano, pensano ai più poveri, portano avanti le attività di scuola, dispensario, tournee, adozioni e ogni progetto che grazie al contributo di tanti può continuare a realizzarsi. La missione cresce anche perché purtroppo la povertà non diminuisce. Negli ultimi tre anni il Madagascar è passato dall’8° al 5° paese più povero al mondo. Se la capitale accenna tratti di modernizzazione con strutture simili all’occidente, la vita delle persone è rimasta povera, o meglio, è andata via via peggiorando. Una delle differenze più grosse che ho trovato rispetto all’ultima volta che sono stata in terra malgascia, è la situazione della strada. Se 10 anni fa vi era un’unica strada che collegava il nord e il sud del Madagascar, e a mio avvi...

MADAGASCAR, CONTRADDITTORIO MADAGASCAR

MADAGASCAR, CONTRADDITTORIO MADAGASCAR Se si dice Madagascar si pensa subito al mare cristallino, ai baobab e ai lemuri.  Ma il Madagascar è altro, è contraddittorio.  È il caos più totale di Taná e allo stesso tempo il silenzio assordante della periferia.  È i taxi brousse pieni di gente che portano sopra il  tetto i sacchi di patate e di riso.  È la terra rossa di Ampahimanga È sporcizia e poca igiene  È i cappelli di paglia  È la luce che salta e le stelle nel cielo  È una lingua un po’ cantilenata, il Malagasy  È strade sterrate piene di buche che sanno far venire il mal di mare  È sorrisi sdentati e pieni di amore  È i bambini che mendicano ma è anche bambini che cantano felici “Mandihiza rahitsikitsika” È i piedi scalzi, i vestiti bucati e sporchi, i pidocchi  È accoglienza  È avere nella stessa strada stretta bus, auto, persone, moto, bici e carri trainati dai buoi È un “ rahampitso milalao”  detto ai bimbi...