GRAZIE PADRE ANTONIO! LA SCILLA (NUOVA GENERAZIONE) VIVE DI TE
Noi suore, italiane e malgasce, ci siamo chieste molte volte, aspettando il piccolo gruppo palaganese, guidato dal presidente della Associazione Scilla e dal Parroco, quale fosse lo scopo di questa visita in Madagascar. Di solito ci veniva dato un programma ben definito di esperienza missionaria spirituale o di lavoro. Per il momento non c’era nulla di previsto se non la data di arrivo, quella del rientro in Italia e la raccomandazione di fare l’elenco delle cose da portare, per riempire 8 valigie. Questa fu l’occasione per noi di scoprire le necessità delle nostre case, non avevamo bisogno di architetti e di esperti in edilizia, ma di manutenzione per mantenere efficiente quello che la Scilla, con i suoi volontari, ci aveva aiutato a realizzare. C’erano lavori urgenti soprattutto di idraulica e di elettricità, per risolvere gravi problemi in capitale e nella fraternità di Analavoka, a 650 km dalla capitale, dove i 300 alunni e la comunità mancavano di acqua e di luce, quest’ultima necessaria per aggiornamenti e lavori didattici. Mandato l’elenco avemmo la conferma che si poteva realizzare, nel tempo del loro soggiorno, il lavoro più urgente ed anche vedere e studiare meglio il da farsi in tempi successivi, perché si potesse fare ed insegnare una manutenzione delle realtà esistenti, aggiornando il sapere degli operai a servizio delle missioni.
Dal primo giorno di permanenza tra noi ci siamo rese conto che lo stile della Scilla, non era cambiato. Subito si sono resi disponibili e messi al lavoro per le riparazioni richieste, ma soprattutto hanno cercato di farci notare con pazienza ed humor le nostre incompetenze ed errori. Nello stesso tempo però ci incoraggiavano a prepararci per affrontare meglio i problemi e le difficoltà della vita caotica della capitale, della solitudine e disagi di vivere come la gente, isolate e lontane da tutti gli aiuti materiali e spesso spirituali.
Credo siano stati facilitati a capirci dall’esperienza di ore trascorse incanalati nei sensi unici della capitale, sotto il sole rovente ed un traffico caotico e disordinato, solo per passare da un magazzeno all’altro e cecare il materiale mancante. Che dire poi del lungo viaggio verso Analavoka! Su strada nazionale ridotta a gimkana, ad una sola corsia e frequentata da tir enormi? Resterà nella memoria di tutti noi il viaggio al sud. Partenza da Tananarive alle 14, sosta ad Ambohimandroso, per riprendere la strada alle 3 di notte; volevamo essere ad Analavoka la sera, in realtà, dopo 500 km di ‘gimkana’ e 50 di pista, arrivammo alle 11 di notte. Gli spaghetti preparati dalle suore ci aiutarono a dimenticare la fatica, contenti di potere riposare e lavorare per dare luce e acqua.
Noi ci eravamo procurati tutto, in realtà mancava il pezzo necessario, ma eravamo a 650km dal negozio dove acquistare il pezzo mancante…Che grazie sentito rivolgemmo al Signore quando la domenica potemmo dire missione compiuta. Nella messa quanto fervore nel ringraziare il Signore per i talenti dati ai nostri 4 volontari esperti nell’informatica, elettricità ed idraulica, per la generosità di chi aveva portato durante la notte il pezzo di ricambio fino a Ihosy, per Rado e Daniele che si erano assorbiti 100km di pista…Grazie per tutto quello che avete fatto e della testimonianza di servizio, di semplicità e di adattamento paziente. Grazie per quello che siete stati capaci di trasmettere: un amore gratuito che si accontenta di un sorriso e di una preghiera riconoscente.
Grazie Padre Antonio!
Dal primo giorno di permanenza tra noi ci siamo rese conto che lo stile della Scilla, non era cambiato. Subito si sono resi disponibili e messi al lavoro per le riparazioni richieste, ma soprattutto hanno cercato di farci notare con pazienza ed humor le nostre incompetenze ed errori. Nello stesso tempo però ci incoraggiavano a prepararci per affrontare meglio i problemi e le difficoltà della vita caotica della capitale, della solitudine e disagi di vivere come la gente, isolate e lontane da tutti gli aiuti materiali e spesso spirituali.
Credo siano stati facilitati a capirci dall’esperienza di ore trascorse incanalati nei sensi unici della capitale, sotto il sole rovente ed un traffico caotico e disordinato, solo per passare da un magazzeno all’altro e cecare il materiale mancante. Che dire poi del lungo viaggio verso Analavoka! Su strada nazionale ridotta a gimkana, ad una sola corsia e frequentata da tir enormi? Resterà nella memoria di tutti noi il viaggio al sud. Partenza da Tananarive alle 14, sosta ad Ambohimandroso, per riprendere la strada alle 3 di notte; volevamo essere ad Analavoka la sera, in realtà, dopo 500 km di ‘gimkana’ e 50 di pista, arrivammo alle 11 di notte. Gli spaghetti preparati dalle suore ci aiutarono a dimenticare la fatica, contenti di potere riposare e lavorare per dare luce e acqua.
Noi ci eravamo procurati tutto, in realtà mancava il pezzo necessario, ma eravamo a 650km dal negozio dove acquistare il pezzo mancante…Che grazie sentito rivolgemmo al Signore quando la domenica potemmo dire missione compiuta. Nella messa quanto fervore nel ringraziare il Signore per i talenti dati ai nostri 4 volontari esperti nell’informatica, elettricità ed idraulica, per la generosità di chi aveva portato durante la notte il pezzo di ricambio fino a Ihosy, per Rado e Daniele che si erano assorbiti 100km di pista…Grazie per tutto quello che avete fatto e della testimonianza di servizio, di semplicità e di adattamento paziente. Grazie per quello che siete stati capaci di trasmettere: un amore gratuito che si accontenta di un sorriso e di una preghiera riconoscente.
La Scilla (nuova generazione)
vive di te.





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