Alcuni anni fa abbiamo scelto di investire in Madagascar sulla terra e con la terra. La terra ci è stata affidata da sempre perché nel custodirla e nel coltivarla ne traessimo sostentamento.
Ambalavao è un paese a pochi km dalla capitale Antananarivo, che offre diversi appezzamenti di terreno. Come suore abbiamo scelto di investire su più fronti.
A livello economico si è acquistato il suolo, si è costruita la casa, si sono scelti spazi per coltivare e spazi per accogliere, campi da gioco per permettere la gioia d'incontrarsi.
Alcune sorelle sono state destinate a quest'opera. Sia come segno di fraternità in una semplice presenza, sia nel dono di esserci, in un luogo che fa respirare i profumi e gli odori della terra. Sì, perché insieme ai tanti campi coltivati, ci sono galline, conigli, maiali, oche. E' un lavoro che ha aperto vie di lavoro per tanta gente, che ci aiuta a vendere i frutti al mercato, che condivide il profitto. E' una scuola per tanti giovani che nello studio di agraria vengono a fare esperienza, a darci una mano. E' un bene che si allarga insomma.
Per tanti di noi dedicarsi alla terra, seminare e custodire, ma soprattutto attendere con pazienza che tutto arrivi a maturazione, è davvero un'esperienza distante dal nostro modo di vivere e lontana dal nostro modo di ragionare. Perché attendere quando posso avere subito le stesse cose? Perché faticare quando tutto è già pronto. L'orto per lo più è qui da noi un passatempo estivo.
Eppure abbiamo tanto da imparare.
Coltivare la terra significa imparare a piegarsi, a inchinarsi di fronte ad essa.
Coltivare la terra coinvolge in un patto tacito di impegno reciproco, che insegna la fedeltà.
Coltivare la terra permette di rallegrarsi nel gusto inedito che solo ciò che ci spunta davanti può dare.
In questi giorni in cui il dibattito sul clima è nel vivo della questione, in cui scegliere e capire quale sia il meglio è davvero difficile, questo ritorno alla terra e ai suoi ritmi può darci tanto!
"Non c’è umanità senza coltivazione della terra;
non c’è vita buona senza il cibo che essa produce
per gli uomini e le donne di ogni continente."
(Papa Francesco)